CENTRI DI SERVIZIO PER IL
VOLONTARIATO - CSV
I Centri di Servizio per il Volontariato, previsti
dall'art. 15 della legge quadro sul volontariato del
91 rappresentano in Italia un importante punto di
riferimento per la promozione, la crescita e il
consolidamento del volontariato e della cultura
della solidarietà .
I Centri di Servizio per il Volontariato sono
strutture operative che intervengono con progetti di
accompagnamento e qualificazione delle attività
delle Associazioni di Volontariato, offrendo servizi
a titolo gratuito.
Hanno l'obiettivo di diffondere nella regione la
cultura della solidarietà attiva, interprete di
bisogni e diritti delle persone deboli ed emarginate
e rivolta alla tutela dei beni ambientali e
culturali. I Centri di Servizi permettono al
volontariato organizzato di assumere, nei confronti
delle istituzioni, un ruolo di collaborazione
propositiva come soggetti attivi nella
programmazione, gestione e valutazione degli
interventi sul territorio.
Favoriscono l'incontro tra associazioni e la
condivisione delle singole esperienze per rispondere
in modo soddisfacente ai bisogni proposti. Offrono
formazione promuovendo lo sviluppo di competenze
diffuse all'interno delle associazioni.
I Centri di Servizio per il Volontariato sono
previsti sia dalla normativa nazionale (Legge 11
agosto 1991 n. 266), che dalla normativa regionale (L.R.
30 agosto 1993 n. 40, L.R. 18 gennaio 1995 n. 1).
CITTADINANZA ATTIVA
Ha a che fare con una figura di Cittadino che non è
solo una persona a cui sono attribuiti diritti e
doveri, ma gli viene riconosciuta anche la capacità
di agire, al fine di incidere e ridefinire il
contesto sociale nel quale opera.
La cittadinanza attiva è un modo di partecipare come
cittadini, senza delegare tutto alle rappresentanze
ed alle istituzioni, per non dipendere da esse per
tutelare diritti e soddisfare bisogni. Fare
cittadinanza attiva significa avere la capacità di
organizzarsi autonomamente in una molteplicità di
forme per agire nelle politiche pubbliche al fine di
curare i beni comuni. Il volontariato e le altre
organizzazioni del terzo settore sono tutte forme di
cittadinanza attiva.
COESIONE SOCIALE
In fisica il termine coesione è definito come una
proprietà dei corpi di resistere alla rottura e alla
separazione, grazie alla presenza di forze
attrattive che tengono insieme le molecole. Lo
stesso significato può essere proposto per le
dinamiche sociali. La coesione sociale è una forza
contraria alla disgregazione delle comunità,
contraria alla logica che esistano solo Stato e
Mercato, contraria alle dinamiche individualiste.
In una società coesa la stragrande maggioranza dei
cittadini sperimenta un sentimento di appartenenza,
si sente protagonista della vita sociale, si
riconosce in istituzioni che considera legittime e
buone.
La coesione sociale centra con la possibilità di
partecipazione alla vita sociale, economica e
legislativa del paese. Con la soddisfazione dei
bisogni e dei diritti fondamentali, con le politiche
redistributive, la protezione sociale, la dignità
del lavoratore, il riconoscimento delle minoranze,
l’inclusione sociale, con la giusta amministrazione
della giustizia.
COMITATO
I Comitatisono assimilabili alle Associazioni non
riconosciute, con scopi più mirati, puntuali: i
comitati di protesta, per la raccolta di firme, ecc.
Ma il codice civile li regolamenta esclusivamente
sotto l’aspetto di comitati per la raccolta di fondi
(responsabilità personale e solidale degli
organizzatori per la conservazione dei fondi
raccolti).
COOPERATIVE
Una cooperativa è un'associzione autonoma di persone
unite volontariamente per soddisfare dei bisogni
economici, sociali o culturali attraverso un'impresa
di proprietà congiunta e di gestione democratica.
I principi cooperativi sono sette: adesione libera e
volontaria, il controllo democratico da parte dei
soci, la loro partecipazione economica, autonomia ed
indipendenza, educazione, formazione ed
informazione, cooperazione tra cooperative, impegno
per la collettività.
Le condizioni necessarie perchè si parli di società
cooperativa sono: il principio capitario (una testa,
un voto), la non distribuzione degli utili e la
mutualità, che può essere interna, rivolta ai soci,
o esterna, rivolta alla società ed al territorio.
COOPERATIVE SOCIALI
La cooperazione sociale è una delle realtà più vive
del Terzo Settore.
Le cooperative sociali, regolate dalla legge 381/91,
non sono enti associativi, ma hanno natura
societaria. Esse hanno lo scopo di perseguire
l’interesse generale della comunità alla promozione
umana e all’integrazione sociale. Le cooperative
sociali possono essere distinte in due tipologie
differenti:
- tipo A: si occupano della gestione di servizi
socio-sanitari ed educativi
- tipo B: si occupano principalmente
dell’inserimento di persone svantaggiate attraverso
lo svolgimento di attività diversificate.